Già Luchino Visconti aveva attenzionato il fenomeno delle piccole miss e delle loro madri ambiziose in “Bellissima” con Anna Magnani. Qual è oggi la situazione dei concorsi di bellezza per bambini?
Lo scandalo Balenciaga scoppiato nel dicembre 2022, aveva posto l’attenzione mondiale sulle pubblicità con i minori. Nel caso specifico, i bambini erano stati fotografati con elementi che rimandavano al bondage; gli scatti facevano parte della campagna Balenciaga Gift Shop, ritirata immediatamente dopo le proteste dei molti, tra cui varie celebrities, circa l’accostamento dei bambini a temi scabrosi e di natura sessuale.
La campagna Garde-Robe 2023, avviata dal brand subito dopo quella contestata, mostrava nelle foto dei documenti che si riferivano alle decisioni della Corte Suprema statunitense in merito alle leggi sulla pornografia infantile. Anche qui piovvero critiche, alle quali la Maison rispose con questa dichiarazione: “Prendiamo molto sul serio la questione e stiamo intraprendendo un’azione legale contro le parti responsabili della creazione del set e dell’inclusione di articoli non approvati per il nostro servizio fotografico della campagna primavera 2023. Condanniamo fermamente qualsiasi forma di abuso sui bambini. Sosteniamo la sicurezza e il benessere dei bambini”. Viene però da chiedersi come mai la campagna fosse stata approvata e lanciata: forse i settori preposti non avevano comunicato? O forse si trattava di una provocazione da parte della Casa di moda, andata perfettamente a segno?
Little Miss America
Pompate a zuccheri e caffè per tenerle su, messe a dieta, truccate come delle donne adulte, depilate, acconciate, fotografate in pose ammiccanti, camminando spesso sui tacchi alti e in abito da sera, e in alcuni casi trattate col botox: queste piccole concorrenti vengono private della loro infanzia, che si intravede sotto cipria e rossetto, per diventare l’incarnazione di una bellezza malata. Sebbene sia evidente la loro età, lo show al quale partecipano le vuole little miss: piccole miniature di quelle adulte che le spingono alla competizione e che vivono attraverso le loro figlie, cercando rivincite personali con la conquista del titolo di bambina più bella d’America. Ovviamente ci sono concorsi di tipo diverso, ma tendenzialmente sono di due tipi: i natural, nei quali le bambine sfilano acqua e sapone; e i glitz, dove tutto o quasi è ammesso, finanche i denti finti per non far vedere quelli da latte mancanti.
Le giurie di questi concorsi valutano le piccole concorrenti in base a parametri di bellezza del viso e del corpo, attitudine artistica e anche con un colloquio, così da far sembrare tutto normale, se è poi così normale far sfilare bambine di pochi anni. Lo spettro della pedofilia aleggia intorno a questi casting: basti pensare al caso di JonBénet Ramsey, uccisa nel 1996 e della quale non è stato trovato il colpevole, insieme al pericolo delle ripercussioni psicologiche: quali conseguenze avrà questa ricerca della bellezza perfetta, quasi filtrata, da raggiungere assolutamente? Quanto costerà l’ambizione, spesso delusa, di essere la prima? E, semmai si arriverà al titolo, si riusciranno a conciliare gli impegni pubblicitari allo studio? Lasciare la corona e la fascia a un’altra sarà poi così semplice? E i disturbi alimentari che potrebbero svilupparsi? Ma, soprattutto, è giusto far vivere gli stereotipi di bellezza femminile, inculcati da millenni e insiti nella società, che tanti danni hanno provocato, condannando spesso le donne a un ideale estetico irraggiungibile, a delle piccole di pochi anni?
I concorsi in Italia
Aboliti in Francia dal 2013, in Italia esistono concorsi di bellezza per i piccoli, le cui dinamiche, pur assomigliando a quelle d’oltre oceano, sono leggermente diverse. Nel 2019 Filomena Albano, allora Garante per l’infanzia e l’adolescenza dichiarava: “È necessario ricordare che esiste la Convenzione Onu sui diritti dei minori. E che i bambini vanno protetti da ogni forma di sfruttamento che possa essere pregiudizievole per il loro benessere. L’ordinamento italiano offre dei rimedi: la valutazione sulla condotta dei genitori o di chi esercita la responsabilità è infatti affidata all’autorità giudiziaria, che può intervenire laddove ci siano delle violazioni dei diritti dei bambini“, sottolineando così l’importanza della vigilanza e del compito genitoriale.
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