PORNO TELEGRAM IL LATO OSCURO DI UN SOCIAL

Viaggio nel porno Telegram, un mercato dell’anonimato e della solitudine dove c’è chi vende e chi compra.

Le foto mostrano ragazze appena maggiorenni, seppure lo sono, perché non è possibile verificarlo. Seminude, con biancheria tipo filo interdentale, le forme perfette, la bellezza della gioventù esibita e messa all’asta. Le immagini non sono scatti artigianali, ma foto fatte con professionalità, con le luci giuste, la posa ammiccante, i particolari bene in mostra. D’altronde, la concorrenza è spietata. Gli annunci sono quasi tutti uguali, ma è difficile scegliere perché l’offerta è numerosa. E quindi, ergo, la richiesta è sicuramente il doppio. Ma dove si vendono queste ragazze? E chi le compra?

Porno Telegram: il lato oscuro di un social

Per chi non conosce Telegram, ecco alcune informazioni di base. Prima di tutto, è una delle chat migliori dal punto di vista della crittografia, molto al di sopra di Whatsapp. Significa che le conversazioni non possono essere intercettate o hackerate, quindi si ha la massima sicurezza sulla privacy, salvo lo screenshot che non può essere controllato. Però è anche vero che da molto tempo Telegram adotta le modalità di cancellazione totale e di autocancellazione delle chat dopo la lettura e, cosa importantissima, permette l’anonimato. In pratica, si può decidere di non rendere visibile il proprio numero, adottando invece un nickname. Altro particolare interessante: non è possibile vedere gli accessi degli utenti iscritti. Tutto ciò ha reso Telegram il terreno ideale nel quale creare gruppi di ogni tipo, che possono anche essere segreti; terreno sul quale ha attecchito di tutto, ma davvero di tutto.

Parliamo per esempio, di uno dei temi oggi più ricercati sul social: il feticismo. Che non sia una novità è evidente; che non sia un comportamento anomalo, a meno che non diventi una parafilia, e che negli ultimi anni si sia emerso in maniera esponenziale, è una realtà. Complici le campagne pubblicitarie, gli ammiccamenti di rock star, addirittura alcune scene di House of the Dragon. Fin qui tutto lecito. Ma quando il feticismo viene considerato una fonte di guadagno; quando una ragazzina decide di vendere foto dei piedi o biancheria usata, o di mettersi in cam per una sessione di sesso virtuale pagato, allora siamo ben oltre la liceità, e soprattutto siamo al fallimento culturale. La ciliegina sulla torta sono poi i siti di recensioni o di segnalazione dei migliori gruppi porno su Telegram, con tanto di link da cliccare per l’iscrizione.

Sono poi numerosissimi i gruppi di escort, con indicazioni precise di età, di taglia, di peso, corredate da foto, dai prezzi, dal menù e dalla “specialità della casa”. Anche qui, operano ragazze giovanissime e sono presenti sul web siti di recensioni, che per le operatrici del sesso sono importantissime ai fini dell’autopromozione.

Ma si tratta di prostituzione?

Che la si eserciti dal vivo o da remoto, va chiamata col suo nome. Laddove c’é uno scambio di denaro come compenso di una prestazione sessuale, c’é prostituzione. In Italia, la prostituzione non è considerata reato perché, secondo la legge Merlin, chi decide di prostituirsi non commette nessun illecito. Ci si può prostituire in casa e neanche questo è reato (https://www.money.it/prostituzione-e-reato-in-italia-legge). Ed è in questa zona grigia che prospera la prostituzione sul web.

Il revenge porn e l’odio sul web

Altro filone è quello del revenge porn. Ci sono gruppi nei quali vengono condivisi video e foto intime oppure, peggio ancora, si diffondondo foto prese da altri social, ad esempio Instagram o Facebook. Le immagini, per la maggior parte di donne, vengono poi bersagliate di commenti offensivi, sessisti, denigratori, spesso con incitamento allo stupro; oppure, sotto la foto viene posta la domanda: “Cosa le faresti a questa?” e qui di una grandinata di commenti da voltastomaco. Alcuni utenti si sono superati, pubblicando foto e numero di telefono, addirittura l’indirizzo delle donne-bersaglio. I casi scoperti dalla Polizia Postale sono solo la punta di un iceberg. Insomma, non c’é da stare tranquilli, ognuno di noi potrebbe essere preso di mira inconsapevolmente da questi gruppi.

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