LE CINQUE ROSE DI JENNIFER la recensione di MASSIMO D’AQUINO

Sarà in scena al Teatro Sannazaro di Napoli fino al 17 marzo “Le cinque rose di Jennifer” di Annibale Ruccello, diretto da Geppy Gleijeses, una pièce teatrale che esplora in profondità la solitudine vissuta da Jennifer, una transessuale napoletana. Lo scrittore Massimo D’Aquino che nei giorni scorsi ha assistito allo spettacolo, ha voluto condividere con noi le sue impressioni. Ecco la sua recensione.

Le cinque rose di Jennifer“: uno spettacolo meraviglioso, pieno di un simbolismo esagerato nell’accezione positiva di questo termine. In scena una radio, un telefono e tutto il sarcasmo tipico della napoletanità, questo ciò che si vede; quello che invece si percepisce inevitabilmente è il senso di solitudine, la disperazione per una telefonata che non è mai quella giusta, quella che aspetti.

Un ghetto dove vivono solo travestiti in attesa dell’uomo che li porti via da quella cruda realtà.

Una radio, Radio Cuore, che trasmette solo canzoni della Vanoni, di Patty Pravo e di Mina, icone, ognuna a modo proprio, del mondo LGBTQIA+.

Un telefono “dispettoso” che convoglia tutte le chiamate del quartiere a casa di Jennifer, disperatamente in attesa dell’unica telefonata che le interessi: quella di Franco, con cui Jennifer è uscita una sola volta mesi prima.

Uno stalker telefonico che si spaccia per Franco e viene puntualmente scoperto e liquidato da Jennifer in modo assai colorito.

Anna, il travestito vicino di casa di Jennifer, che, saputo delle interferenze chiede a Jennifer di poter attendere la chiamata da casa sua ed entra nell’appartamento vogliosa di raccontare di sè e della sua gatta Rosinella. Anna che trasuda solitudine e paura da tutti i pori.

Un killer dei femminielli, forse reale o forse inventato.

E poi il caffè del quale puoi sentire il profumo in scena.

Jennifer rimasta di nuovo sola, dopo la visita di Anna, cede disperata all’alcool e, sparse sul pavimento le cinque rose rosse comprate la mattina, compie un gesto estremo, ineluttabile, per mettere fine alla solitudine.

Assistendo allo spettacolo la disperazione te la senti addosso e te la porti appresso fino alla fine per poi liberartene una volta fuori dal teatro. E insieme alla disperazione ed alla solitudine di Jennifer, spariscono anche le tue. Uno spettacolo terapeutico.

Massimo D’Aquino

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