CERNIERA: SEGRE&CAMBIERI IN SCENA AL TEATRO PORTA PORTESE IL 14 E 15 MAGGIO

Tratto dalla raccolta di poesie di Anna Segre “A corpo vivo”, Giuditta Cambieri porta in scena al Teatro Porta Portese di Roma “Cerniera”, uno spettacolo che teatralizza emozioni, sentimenti, speranze e paure per arrivare infine alla vittoria dell’Amore.

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Lei, improvvisamente folgorata dall’amore e dalle forti emozioni scatenate come fossero uragano, si dibatte in numeri d’arte varia nel tentativo, forse vano, di raggiungere il cuore dell’altra. Da qui prende forma ‘Cerniera’ il nuovo spettacolo teatrale, di Giuditta Cambieri e Christian Angeli, tratto dall’ultima raccolta di poesie “A Corpo Vivo” di Anna Segre, medico psicoterapeuta e poetessa, già vincitrice del Premio Camaiore 2022. Ecco quindi che come una funambola, la Cambieri avanza sul filo del soliloquio perché le uniche risposte sono ipotizzate. Parole, immagini e sensazioni si snodano a corpo vivo tra piroette e inciampi, in un’unica frase poetica tesa alla realizzazione dell’amore condiviso. Sì, perché difatti il testo di Segre da cui nasce lo spettacolo è un discorso amoroso spezzato in 84 poesie in cui la punteggiatura si fa essenziale e invita dunque ad accogliere le stesse come fossero una sola frase, un’unica emissione di fiato.


La trasposizione teatrale di quest’unica emissione, quasi fosse confessione di un corpo, diventa il soliloquio della Cambieri, e il suo dibattersi diventa talmente melodrammatico da sconfinare inconsapevolmente nel comico, facendo tutto da sé: si redarguisce, si istruisce, si sbeffeggia passando da momenti di riflessione poetica ad azioni clownistiche in cui cerca di districarsi, per liberarsi, oppure essere soggiogata dal tanto agognato e temuto “COSO”.
Ed ecco che entra in scena il tema principe di quest’ ultima opera teatrale di Giuditta Cambieri: “Coso”, metafora dell’amore, che le incombe sulla testa e che piano piano prende possesso di tutto lo spazio vitale. Quel “Coso” che non si dice, si tace ma si vive, perché viverlo è meglio che celebrarlo.
Quel “Coso” che si fa cieco nella speranza, bulimico nell’invocazione “io voglio tutto”. E’ in questo mare in tempesta che fluttua il desiderio, motore di vita, continuo tendere verso, linfa vitale e scintilla, l’ ulteriorità per l’intensità.
L’incontro tra le due sarà alla fine inevitabile perché lei e l’altra sono perfettamente corrispondenti come le due parti di una cerniera.
“Unite il mondo fuori, slacciate tenute da un punto il cosmo dentro.”

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